mercoledì 9 luglio 2008

..e adesso tocca a noi giudicare!!!

Quando alla prima lezione il prof dopo aver illustrato la modalità convenzionale citò la possibilità di fare un blog io fui tra quei vigliacchi (confido ce ne fossero altri) che pure da lui invitati ad alzare la mano se non sapevano cosa fosse un blog per vergogna non lo fecero..e queste eran le premesse!!!tra l'altro basta leggere il mio primo post per farsi un'idea della situazione..Bè che dire..come va tra me e il pc?Adesso abbastanza bene, ancora litighiamo qualche volta però i rapporti si sono molto distesi!Forse anche perchè al posto di quel vecchio baccucco del mio primo pc ora ho un discreto portatile e anche perchè grazie a questo corso, se all'inizio mi sentivo impacciata e goffa anche rispetto agli altri ed ero abbastanza scettica sulle mie probabilità di riuscita, ora ho raggiunto una consapevlezza e un'autonomia molto maggiore, mi so "arrangiare" meglio, sono più intraprendente e non mi blocco più alla prima difficoltà senza contare l'elevato numero di strumenti che ora ho imparato ad usare di cui prima ignoravo anche il nome..Altro aspetto non meno importante la possibilità che il blog ci ha dato e ci continuerà a dare di condividere e approfondire i rapporti all'interno della classe (cosa altrimenti impensabile). E infine tornando alla tematica del post precedente mi preme ringraziare lei, prof, che tanto tempo ha impiegato a seguirci, che ha ascoltato i nostri pensieri e le nostre confessioni, le nostre lamentele e un pò delle nostre vite...in fondo nessun professore c'è stato nè credo ce ne saranno altri con i quali stabilire un rapporto così stretto,un professore che prende così a cuore il proprio lavoro e i propri studenti...e allora è proprio il caso di dire quello che dico sempre al prof dopo l'esame (anche se definire questo esame non mi pare adeguato. ne parlerei più volentieri come di percorso formatico) "arrivederci e grazie di tutto" e senza dubbio è uno dei ringraziamenti più sentiti..

da discente: il docente

Premettendo che nulla si può aggiungere alla definizione di buon docente fatta da de Bernard, che sintetizza mirabilmente le caratteristiche che questo deve avere, tristemente mi permetto di scendere un pò dalle nuvole e rivolgermi alla pratica quotidiana. L'esperienza effettivamente è limitata, trovandomi al primo anno, però forse uno degli aspetti che più difficilmente è realizzabile è l'intesa docente/discente. L'impraticabilità di tale clausola è in parte ragionevolmente imputabile alla disparità numerica: uno o pochi più i professori per materia, 250 noi..Eppure vedi per maggiore disponibilità, vedi per l'interesse che riescono a trasmetterti, vedi per scorciatoie informatiche...(scherzo prof! quale miglior metodo evidentemente!)con alcuni dei prof che ho avuto quest'anno sono effettivamente riuscita a stabilire un contatto positivo. Premettendo che in generale la figura del docente mi incuriosce e mi affascina; al di là dell'insegnamento, con la mente mi piace infatti superare la barriera che il più delle volte si crea e ipotizzare quadri psicologici che potrebbero aderire al personaggio, ed è questo tutto mio avvicinarmi al docente, inserendolo un pò in un "personaggio tipo" e ampliando con la fantasia i contorni parziali di cui dispongo, che poi mi spinge ad affezionarmi effettivamente a quelpiù o meno realistico personaggio nella mia immancabile emotività. Per quanto riguarda le altre peculiarità previste da de Bernard, nulla da dire, ad oggi in effetti il docente ha anche più mezzi a disposizione per realizzarle..basta volerlo, per cui avanti, diteci!siamo tutti orecchi!!!

I had no dream..

"Tutto ti attrae e niente ti trattiene" mi disse il prof di filosofia, quando agli ultimi giorni di scuola ognuno andava esponendo le proprie preferenze circa il futuro percorso universitario e io immancabilmente rispondevo con quell'ignavo e tanto triste "boh.." Di fatto tutte le varie materie che mi erano state proposte le avevo sempre svolte con eguale impegno, condannata da un'innata tendenza al perfezionismo che mi spingeva e mi spinge tuttora a cercare di fare al meglio ogni cosa che intraprendo..E così, forse molto innaturalmente non avevo sviluppato un interesse specifico.. più che quello che volevo fare, sapevo quello che non volevo fare..Tutto ciò per dire che ,alla fine, di far medicina decisi il 15 agosto e non senza perplessità..Ecco quali furono più o meno le motivazioni :penso che una delle ambizioni più vive e più necessarie per un pieno e bel vivere sia quella di conoscere, conoscere e capire il più possibile di questo mondo che ci circonda e che solo per un fuggevole momento ci è dato la possibilità di guardare. Rifuggirel'apatia e il vivere lasciandosi trascinare dagli eventi, un pò stanchi e disinteressanti..fare un'esperienza di vita significativa e profonda. In quest'ottica, escludendo gli aspetti troppo interessanti ma anche troppo difficili (per me mente umanistica) offerti dalla fisica, dalla matematica, dall'ingegneria, mi venne quasi spontaneo rivolgermi alla medicina. Questo settore infatti oltre ad offrirmi un 'amplissima fonte di conoscenza, anche se ovviamente specifica, sembrava potermi garantire ampio accesso anche all'altro grande polo del mio interesse :la scoperta dell'uomo, il contatto umano, l'interscambio patetico con l'altro, i risvolti antropologici..Infatti riflettendoci la medicina è sicuramente una tra i più rappresentativi modelli di connubio tra mente e corpo, tra domini della scienza e luoghi dell'anima. E così feci la mia scelta. Benedetto de Bernard riflette circa le qualità desiderabili dei docenti di questo corso, io penso che in fondo dovrebbero essere perseguibili trasversalmente nell'intera compagine dei docenti (che magnifica utopia!) E comunque queste caratteristiche si rendono quanto più necessarie in una disciplina come questa che, proprio in virtù del suo "stare in mezzo e allo stesso tempo comprendere" sia scienza che anima tendono naturalmente ad una complessità che deve essere ben gestita e non deve sfuggire al docente, pena un triste e indebito impoverimento della disciplina.