sabato 5 aprile 2008

Matematica: odi et amo


Ho frequentato un liceo scientifico pur convinta e certa che la matamatica non fosse l'abito che più mi si confaceva..ne esco da poco, soddisfatta di averlo fatto e dispiaciuta in parte di fermarmi a quello strato solo superficiale di conoscenze, se pure ottime, di matematica e fisica cui in cinque anni mi sono avvicinata talvolta sbruffando e imprecando, talvolta gioendo dell'esercizio che inaspettatamente torna che in quel momento ti senti Einstein e giri per un 'ora per casa col sorriso da ebete..Ho avuto un'insegnante tosta ma che ci ha dato una preparazione solida e pittosto consapevole, ho avuto buoni risultati e garndi soddisfazioni, eppure più di una volta (soprattutto quando non ci Arrivavo!!) mi trovavo a chiedermi: "ma a cosa mi serve nella vita quest'inegrale? e quella dannata probabilità...per non parlare delle SUCCESSIONI!!" Si, mi faccio venti esercizi e prendo nove al compito..e poi? Già fisica era diverso..l'aggangio alla vita pratica e alla realtà tangibile è ben più evidente..Quindi in fondo penso che ciò che più manchi all'insegnamento della matamatica sia proprio quel'imprenscindibile liason con la fisica di cui è il linguaggio, quel linguaggio che noi per poterci capire qualcosa di più del mondo e per, come solito, piegarlo alla nostra razionalità e al nostro controllo, abbiamo elaborato..Che bel linguaggio però..così universale e versatile allo stesso tempo, così ordinato e preciso..Peccato che la gran parte per me probabilmente rimarrà un mistero..Ho trovato bellissima la frase "I need the big picture before the details make any sense"e sono d'accordo sulla necessità del contesto e la generale astratezza negativa con cui viene insegnata la matematica, nonostante ciò penso che anche se molte formule le ho già dimenticate questa materia mi ha un pò plasmato nel modo di approcciarmi alle cose e ne usufruisco così, come una forma mentis quasi sempre infallibile..

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